Una donna morta e 274 feriti: è questo il bilancio critico di Capodanno 2024 registrato dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Viminale.
Quella che al momento configura come unica vittima della notte di San Silvestro è una 45enne di Napoli Afragola, raggiunta alla testa da un proiettile vacante mentre festeggiava in casa; si ipotizza che il colpo possa essere partito da un componente della stessa famiglia.
Sempre nel capoluogo campano, un 50enne di nazionalità algerina è stato colpito da un proiettile alla spalla e successivamente al polmone mentre camminava per strada, ora è in attesa di intervento chirurgico.
A Foggia un 17enne ha subito l’amputazione della mano sinistra, mentre un uomo di 47 anni di San Severo ha perso quattro dita di una mano a causa dell’esplosione di fuochi d’artificio.
Anche a Varese un ragazzo di 17 anni ha perso la mano destra ed è stato ferito all’occhio sinistro per via di petardo. Casi simili anche a Grosseto, Siena, Latina e Lucca. A Milano, un 36enne ha riportato ustioni di III grado alle mani e al volto per aver maneggiato polvere da sparo nel tentativo di creare dei botti fatti in casa.
Dei feriti, 12 sono stati colpiti da armi da fuoco, 262 da fuochi d’artificio e 49 persone sono state ricoverate, di cui 2 con prognosi superiore a 40 giorni per ferita d’arma da fuoco.
Dal quadro del Viminale emerge così un aumento del 52% dei feriti rispetto allo scorso anno quando furono 180, di cui 48 ricoveri in ospedale.
Lo afferma anche la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) che, alla luce degli ultimi dati forniti dal dipartimento di sicurezza aggiorna oggi il conteggio della strage legata ai botti di fine anno.
Tra il 2012 e il 2024 si sono registrati in totale in Italia 7 morti e 3.494 feriti gravi a causa di petardi, fuochi d’artificio e proiettili vaganti utilizzati nella notte di Capodanno analizza Sima.
Non si sono mai registrati così tanti feriti gravi negli ultimi 10 anni e in crescita sono anche il numero dei minorenni che hanno subito lesioni: quest’anno sono stati 64 contro i 50 del 2023. Quanto ai feriti lievi, il dato resta costante: come l’anno scorso sono stati 10 i casi con prognosi inferiore o pari a 40 giorni per ferita d’arma da fuoco.
Diverso, invece, per i casi con con prognosi inferiore o uguale ai quaranta giorni dovuti ai fuochi d’artificio dove si passa dai 159 dell’anno passato agli attuali 232.
Ma non sono solo gli esseri umani a subire le conseguenze dei botti: si stima che nell’ultima notte dell’anno siano circa 5mila gli animali, tra domestici e selvatici, che perdono la vita per cause dirette e indirette riconducibili a petardi ed esplodenti.
C’è poi la questione ambientale, considerato che i botti di fine anno generano una impennata dell’inquinamento dell’aria: durante tutto l’anno i fuochi d’artificio sono responsabili di circa il 6% di Pm10 presente nelle città italiane – spiega Sima – ma nella sola notte di Capodanno le polveri sottili registrano un incremento abnorme, raggiungendo valori medi su 24 ore quasi tripli rispetto al normale limite giornaliero, fissato a 50 microgrammi per metro cubo e un livello pari a 1.000 microgrammi per metro cubo nella prima ora dopo la mezzanotte (con un aumento del +1900% rispetto ai valori massimi di legge).
“Botti, petardi ed esplodenti, oltre alle polveri sottili, rilasciano rilasciano in atmosfera parecchie diossine, ovvero sostanze potenzialmente cancerogene – afferma il presidente Sima, Alessandro Miani – Prendendo in esame una singola città di medie dimensioni, i fuochi d’artificio esplosi nella sola notte di Capodanno possono arrivare a produrre emissioni nocive pari a quelle delle attività annuali di 120 inceneritori di rifiuti. Le sostanze liberate in atmosfera possono inoltre ricadere al suolo sotto forma di pioggia acida, inquinando terreni, raccolti, laghi, fiumi e persino falde acquifere”.
Non bisogna poi dimenticare l’ingente quantità di rifiuti prodotta: la stima conservativa di Sima è che circa 60.000 involucri – pari a circa 3-6 tonnellate – di botti e fuochi esplosi la notte di Capodanno rimangano nelle strade e nelle piazze delle nostre città.
Si tratta peraltro di rifiuti difficili da differenziare perché composti per il 70% da cartone, plastica, legno o argilla ed il restante 30% da polvere pirotecnica (in massima parte nitrato di potassio, zolfo e carbone, con aggiunta di metalli pesanti, magnesio e rame).
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