Busto Garolfo, arresto don Emanuele: lo sconcerto di un chierichetto

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Don Emanuele stava sempre con i ragazzi, io lo vedevo più spesso di quanto vedo mia madre. Ma qui non abbiamo mai avuto problemi. Lui è una persona che ama stare sempre a contatto con i ragazzi, per questo forse qualche genitore deve aver frainteso facendosi strane idee“. Queste le parole di un chierichetto di Busto Garolfo dopo la notizia degli arresti domiciliari per don Emanuele Tempesta.

Lo shock di Busto Garolfo: “Impensabile, sarà un malinteso”

Nei confronti del parroco di Busto Garolfo è scattata l’accusa di abusi su minori. Don Emanuele è il vicario parrocchiale, che nel piccolo paesino alle porte di Milano si occupava di giovani presso l’oratorio. “Quando ho letto la notizia“, aggiunge il chierichetto, “non ci volevo credere“.

Io penso si tratti di un malinteso da parte di qualche genitore. Che da una piccolezza abbia ingigantito il tutto creando un caso molto più grande di quanto effettivamente sia. Ma il fatto che don Emanuele abbia fatto qualcosa del genere è assolutamente impensabile“, garantisce il chierichetto di Busto Garolfo, che ha scelto di preservare la sua identità.

L’arresto di don Emanuele visto dalla Diocesi di Milano

Il portale ufficiale della Diocesi Ambrosiana, ‘Chiesa di Milano’, ha commentato il fatto di cronaca di Busto Garolfo con un comunicato. “La Diocesi prende atto con stupore e dolore della notizia [dell’arresto di don Emanuele Tempesta, ndr] e assicura la più completa disponibilità alla collaborazione con l’autorità giudiziaria. L’Arcivescovo esprime la propria vicinanza a tutti i soggetti coinvolti nella vicenda“, vi si legge.

La stessa Diocesi spiega di aver raccolto “le prime informazioni“, secondo cui “don Emanuele Tempesta è accusato di abusi sessuali su minori compiuti nel periodo che va dal febbraio 2020 al maggio 2021“. Nato nel 1992 a Rho, il giovane sacerdote “ha ricevuto l’incarico di Vicario parrocchiale a Busto Garolfo (Mi), nelle parrocchie di Santa Geltrude e dei Santi Salvatore e Margherita“.

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