Prime ore di ricovero tranquille per Flavio Briatore, dopo che il tampone ne ha certificato la positività al Coronavirus. Il bollettino dell’ospedale San Raffaele di Milano parla di condizioni “assolutamente stabili e buone“. Ma nel frattempo infuriano le polemiche per il trattamento “di favore” riservato all’imprenditore piemontese rispetto ad altri malati nelle stelle condizioni.
Briatore e il “caso solventi”
“Domenica sera, accusando leggera febbre e sintomi di spossatezza, [Briatore, ndr] si è recato al San Raffaele per un controllo. È stato ricoverato, è stato sottoposto a un check-up generale e resta sotto controllo medico“, si può leggere nel comunicato della struttura milanese. Il proprietario del Billionaire, rivelatosi un importante focolaio di contagio, è attualmente in cura presso Alberto Zangrillo. E questo è solo uno tra gli aspetti che stanno generando le proteste di parte dell’opinione pubblica.
Il tutto è partito da quanto scoperto da ‘L’Espresso’. Il noto settimanale (primo a riferirne del contagio), ha infatti riferito che Briatore sarebbe in ricovero presso l’area dei solventi. In altre parole è in cura con altre persone che tramite pagamento ottengono servizi migliori. Ma tale area, al San Raffaele, non presenterebbe nessun reparto dedicato ai malati di COVID-19.
Le proteste di Azione e i Sentinelli
Una notizia che per ora non è stata accompagnata da smentite di nessun tipo. Tanto che Niccolò Carretta, consigliere regionale di Azione, ha fatto sapere di voler presentare un’interrogazione alla Regione Lombardia sulla vicenda Briatore. Severo anche Luca Paladini, attivista dei Sentinelli che a Milano si battono per i diritti dei cittadini. “Come lavoratore del San Raffaele, vista la preoccupazione che c’è tra molti di noi, mi aspetto una smentita chiara dai miei superiori. Sempre se effettivamente le cose stanno così“, le sue parole.
E quella del trattamento “di favore” di Flavio Briatore (in cura peraltro presso lo storico medico del grande amico Silvio Berlusconi) sembra solo la più recente polemica di una vicenda medica tramutatasi fin troppo in fretta in una vicenda quasi più di costume.