Rieli Franciscato, uno dei principali esperti e difensori brasiliani delle tribù dell’Amazzonia, è stato assassinato da una freccia in una zona vicino a un sito indigeno, nella regione di Rondonia, nel nordovest del Brasile.
A darne notizia è il Survival International, secondo cui Franciscato, è stato ucciso proprio dagli stessi uomini che cercava di proteggere. La sua morte è avvenuta ai margini della terra delle tribù in cui si stanno verificando invasioni illegali e devastazioni.
Una morte che solleva numerosi interrogativi, visto che Franciscato è stato ucciso dagli indigeni che vedono negli uomini che provengono dall’esterno della loro tribù una minaccia alla loro esistenza.
Survival International sulla morte di Rieli Franciscato
“L’uccisione di Rieli e la comparsa di un gruppo di Indiani incontattati nei pressi degli allevamenti, sono quasi certamente dovuti all’immensa pressione a cui le tribù sono sottoposte”, sostiene Survival. “Gli Indiani incontattati sono arrivati al limite. La soluzione è una sola. Proteggere il loro territorio da tutte le invasioni perchè possano sopravvivere e prosperare. L’ultima cosa che Rieli vorrebbe è che il governo e gli invasori usassero la sua morte come scusa per mirare con ancora più aggressività al territorio degli Uru Eu Wau Wau“.
“La morte di Rieli è una perdita tragica e immensa per le tribù incontattate, per la foresta e per la battaglia volta a fermare il genocidio in Brasile”, dichiara Sarah Shenker, ricercatrice senior di Survival International. “Per decenni si è sempre rifiutato di rassegnarsi alla violenta avidità che sta distruggendo la foresta amazzonica e i suoi migliori custodi. Ha lavorato senza sosta per proteggere le terre delle tribù incontattate dagli esterni. Ha dedicato la vita. Non si è lasciato fermare dalla dichiarazione di guerra lanciata da Bolsonaro contro i popoli indigeni, e nemmeno dai tagli di budget”.
Le parole di Nilo D’Avila di Greenpeace Brasil
“Chi ha lavorato per l’ambiente o a sostegno delle popolazioni indigene nella regione del Purus negli anni ’90 poteva trovare Rieli Franciscato… Se non era nella foresta, ovviamente. Uno dei principali indigenisti del Paese, ha accumulato circa 30 anni di esperienza con le popolazioni indigene di quella regione. Quando aveva 7 anni, Rieli andò con la sua famiglia dal Paraná al Mato Grosso. Poi si è trasferito in Rondônia. Un noto percorso della migrazione del Paraná. Lì, è cresciuto assistendo a invasioni e ingiustizie“.
Continua D’Avila: “E’ profondamente triste perdere qualcuno come Rieli proprio nel momento in cui le popolazioni indigene sono sotto uno degli attacchi più intensi e i diritti costituzionali conquistati a fatica sono ignorati per rendere i loro territori ancestrali disponibili, al servizio di un’élite agraria e delle miniere d’oro, che per il governo Bolsonaro significano progresso. Bisogna che prosegua la resistenza dei popoli e anche quella dei loro sostenitori, come Rieli“.