La Manovra economica approvata dal Parlamento porta con sé una pioggia di bonus. Agevolazioni di ogni tipo, da quelle per le televisioni e i decoder a quelle per i rubinetti; passando per l’acquisto di elettrodomestici e la ristrutturazione degli immobili.
Nulla, però, è presente nell’ultima legge di bilancio sul piano della salute mentale. Dal testo approvato dalle Camere è stato infatti escluso l’emendamento bipartisan per istituire un bonus da 50 milioni che facilitasse l’accesso ai servizi psicologici per tutti coloro che non se lo possono permettere.
Questo genere di problematiche hanno infatti vissuto un incremento soprattutto durante la pandemia. Da qui la proposta di dare vita a due forme di supporto economico: un bonus di avviamento da 15 milioni e uno di sostegno da 35 milioni.
Il primo, nel progetto originario dei partiti, prevedeva un contributo di 150 euro a ciascun maggiorenne con un disturbo mentale diagnosticato senza limiti di reddito; mentre il secondo doveva essere vincolato all’Isee con contributi da 400 a 1.600 euro.
Giunto alla prova del Parlamento, però, questo capitolo della Manovra non ha ottenuto l’approvazione. Nonostante l’emendamento fosse una proposta di più parti politiche, come ha ricordato anche la “law influencer” Cathy La Torre, Avvocathy su Instagram.
“Su 36 miliardi di Manovra, 50 milioni per aiutare chi da questa pandemia ne sta uscendo mentalmente devastato non sono proprio saltati fuori. L’emendamento era stato presentato da esponenti di quasi tutti i partiti: Pd, 5 Stelle, Lega, Fratelli d’Italia, Italia Viva, Leu. Finalmente qualcosa insieme”, ha detto.
E ha attaccato: “Finalmente qualcosa di buono. Ma erano solo parole, evidentemente. Perché alla prova dei fatti quei 50 milioni di bonus per il supporto psicologico sono rimasti solo una buona intenzione sulla carta e nulla di più. Eppure è di questo che tanti cittadini, soprattutto giovani, hanno bisogno”.
Sulla “bocciatura” del bonus per la salute mentale è intervenuta anche Caterina Biti, vicepresidente dei senatori dem e prima firmataria dell’emendamento insieme alla collega Paola Boldrini, vicepresidente della Commissione Igiene e Sanità pubblica di Palazzo Madama.
“Non ce l’abbiamo fatta: l’emendamento per introdurre il ‘Bonus Salute Mentale’ non è arrivato in fondo e c’è una grande amarezza. Sapevamo che fosse difficile, che le risorse richieste fossero cospicue, ma non lo erano a caso”, ha scritto Biti su Twitter.
“Il nostro emendamento non bastava, certo, ma lo abbiamo sempre detto: era una luce accesa su un tema urgente per la vita degli italiani – ha concluso –. Siamo amareggiati, certo, ma quello che è importante davvero resta tale e continueremo a lavorarci fino a che potremo”.
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