“Ho capito che devo affrontare questa situazione con serietà e che devo riposare il più possibile. Senza perdere di vista il mio mondo e nemmeno la politica, è quello che ho intenzione di fare. Solo così uscirò da qua al più presto”. Il Corriere della Sera attribuisce questa frase a Silvio Berlusconi (in una telefonata con un suo amico), che avrebbe così comunicato la propria volontà di prendersi tutto il tempo per tornare in forma il più velocemente possibile.
L’ultimo bollettino di Zangrillo: “Fase delicata, ma Berlusconi sta reagendo in maniera ottimale”
L’ex presidente del Consiglio è ricoverato all’ospedale San Raffaele da venerdì 4 settembre, circa 24 ore dopo da quel tampone positivo che gli ha certificato il contagio da Covid-19. Berlusconi sembra avere cambiato approccio rispetto alla battaglia che sta combattendo. L’uomo affranto, che aveva fatto di tutto pur di evitare quel ricovero poi imposto dal professor Alberto Zangrillo, ha lasciato spazio al paziente “responsabile”. Non che prima avesse sottovalutato i rischi, ma della “fase delicata” di cui il primario ha parlato nel bollettino medico, rilasciato a sorpresa poco prima dell’ora di pranzo, adesso l’ex presidente del Consiglio ha preso piena consapevolezza.
Nonostante l’attenzione per le due settimane che mancano al voto delle Regionali, Berlusconi rimane concentrato su un altro lasso di tempo: i suoi prossimi sette giorni, quelli che mancano per il traguardo finale del “fuori pericolo”. Quelli in cui la polmonite bilaterale causatagli dal Coronavirus può arretrare dallo stato “precoce“ in cui è stata fermata da Zangrillo col ricovero al San Raffaele, e riconsegnarlo a casa sua già nel prossimo weekend. Oggi e domani saranno due giorni importanti, perché sono i giorni che chiudono la “fase uno” dell’infezione polmonare.
Zangrillo ha speso parole prudenti: “Decorso regolare con paziente tranquillo”. E ha rimarcato la necessità di pazienza e di riposo, che oltre ai farmaci, è la cura necessaria per una polmonite. “La forma conclamata dell’infezione virale merita una terapia adeguata e ha i suoi tempi. Siamo sicuramente in una fase delicata, anche se ribadisco il mio cauto ottimismo”. Perché, dice, “il paziente sta reagendo in maniera ottimale alle cure”.