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È stata una brutta disavventura quella che ha vissuto Tiémoué Bakayoko. Il centrocampista del Milan non si sarebbe mai aspettato di essere protagonista di una scena a dir poco surreale, che è destinata a far discutere. L’ex calciatore di Monaco e Chelsea è stato costretto a scendere dalla sua auto nel centro di Milano ed è stato perquisito da un agente di Polizia mentre un altro puntava la pistola contro il suo veicolo. Questa situazione è andata avanti per diversi secondi e gli agenti in questione erano convinti di quello che stavano facendo, senza dare nessun segnale di dubbio. Passano pochi secondi dopo si avvicina un terzo uomo in divisa agli altri due che gli dice qualcosa e tutto si ferma.
Le immagini risalgono a domenica 3 luglio, giorno in cui a Milano era scoppiata una sparatoria in corso Como. Probabilmente il calciatore 28enne “è stato scambiato per un’altra persona”, spiegano dalla Questura, respingendo le accuse di razzismo di molti utenti che hanno visto e ricondiviso il video sui social.
Il momento in cui l’agente scopre di perquisire un calciatore del Milan ha quasi dell’incredibile. Dal suo volto si scorge un misto di sorpresa e quasi di sconforto per tutto ciò che aveva fatto poco prima. Il video dell’accaduto è stato pubblicato su Twitter e in pochissime ore è diventato virale. Non deve essere stata proprio una bella esperienza per Tiémoué Bakayoko, che poche ore prima era in campo e poi si è visto perquisire in strada senza che vi fosse un motivo valido. Una vicenda davvero poco chiara in tutte le sue sfumature.
La situazione è davvero molto singolare perché i due agenti appaiono molto convinti di quello che stanno facendo e senza battere ciglio si muovono in maniera diretta. Uno effettua la perquisizione e l’altra punta la pistola verso l’auto, dove c’è un’altra persona che dal video non si vede. Poi tutto si sgretola in pochi istanti, ovvero quando il terzo agente ha rivelato l’identità della persona fermata.
Un brutto episodio, che certamente ha già catturato il suo spazio nel dibattito pubblico, a livello sportivo e non. “La profilazione razziale in Italia è uno dei tanti bracci armati del razzismo istituzionale, che non risparmia nemmeno chi è ricco e famoso – come il calciatore del Milan Tiémoué Bakayoko, fermato a Milano in mezzo alla strada con queste modalità”. Così commenta Leonardo Bianchi, giornalista di VICE Italia.
“Ripete con me: il problema non è che il tizio fermato fosse #Bakayoko perché sarebbe stato lo stesso se fosse stato una qualsiasi altra persona. P.S. Il tweet è rivolto a chi commenta con ‘Che figuraccia, era #Bakayoko!’. No, il commento corretto è ‘Che figuraccia!’. Che poi è molto peggio di una figuraccia”, aggiunge un altro utente. “La polizia perquisisce un uomo di colore e intanto tiene letteralmente sotto tiro l’altra persona nella sua auto. Tutto si risolve quando capiscono che l’uomo è Tiémoué #Bakayoko del Milan. Ma un simile trattamento non può essere legittimato”.
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