Nuove regole in merito alle foto scattate dagli autovelox: arriva l’ok da parte del Garante per la Privacy. Ecco le novità
L’utilizzo degli autovelox per multare i conducenti che non rispettano i limiti di velocità è destinato a subire profonde modifiche: parte delle nuove regole è dovuta alla riforma del Codice della strada 2024 che riformula parte della disciplina sanzionatoria, soprattutto per quanto riguarda le contravvenzioni multiple.
È in arrivo poi un decreto ad hoc del Ministero dei Trasporti pronto a regolamentare l’uso dei dispositivi di rivelazione della velocità, intervenendo su requisiti e omologazione. Le multe degli autovelox sono state oggetto di confronto tra il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture e il Garante della privacy.
Quest’ultimo, in particolare, ha dedicato l’attenzione alle foto scattate dai dispositivi, alla loro conservazione e all’invio agli utenti. Il decreto ministeriale si accinge ad apportare delle modifiche anche in questo senso, alla ricerca di un giusto compromesso tra il diritto alla privacy e l’equità delle sanzioni rispetto ai mezzi di prova.
Le nuove regole che rispondono a questi principi sono state anche incentivate da numerosi episodi diventati mediatici con al centro proprio scandali e scoperte portate dalle foto degli autovelox.
Un doveroso intervento a tutela della riservatezza, che renderà anche più difficile scoprire tradimenti, indiscrezioni e quant’altro. Ecco quali sono le novità!
Il Garante della privacy e il ministro Matteo Salvini hanno deciso di rivedere le regole che riguardano le foto scattate dagli autovelox al momento dell’infrazione e soprattutto il loro invio ai conducenti.
Come tutti sanno, infatti, chi prende una multa tramite il rilevamento degli autovelox riceve poi una copia del verbale al proprio domicilio (entro 90 giorni). Il verbale contiene i dati rilevanti sulla contravvenzione, ma anche le foto scattate dal dispositivo che attestano l’infrazione e il conducente.
Ecco, secondo il decreto ministeriale approvato dal Gdp, non sarà più possibile ricevere a casa le foto incriminate. Per quanto si tratti di documenti fondamentali per provare la violazione, soprattutto nel caso in cui ci siano opposizioni e contestazioni, è infatti assai probabile che l’invio a domicilio ne comporti la visione da parte di persone non esplicitamente autorizzate.
Per questo motivo, il decreto ha stabilito che i verbali inviati in copia al conducente sanzionato non potranno più contenere le foto dell’accertamento, le quali resteranno custodite dall’autorità. I cittadini, infatti, non perdono la possibilità di controllarle e utilizzarle come prova in caso di ricorso.
Proprio tramite quest’ultimo, infatti, il ricorrente potrà richiedere l’accesso alle foto dell’autovelox, utile per la contestazione presso il Giudice di pace o il Prefetto.
Non viene così violato il diritto dei conducenti e viene assicurato che le sanzioni siano commisurate alla contravvenzione. Allo stesso tempo, è probabile che questa decisione costituisca un deterrente involontario dei ricorsi stessi.
Bisogna infatti considerare che non si avrà più la possibilità di valutare le fotografie e di conseguenza la fattibilità del ricorso per decidere il da farsi.
Inoltre si ricorda che chi perde la causa è condannato a pagare le spese processuali, se l’altra parte è assistita da un avvocato; nel ricorso al Prefetto la sanzione aumenta fino a circa il doppio.
Oltre all’invio delle foto a casa del conducente, il decreto prevede di tutelare la privacy degli altri conducenti e agenti della strada.
In particolare, sarà lecito scattare e memorizzare le foto soltanto in caso di infrazione, nonostante il monitoraggio sempre attivo e le rilevazioni frontali dei veicoli saranno consentite soltanto con l’oscuramento automatico dei volti di soggetti terzi e delle targhe di veicoli terzi eventualmente inclusi nello scatto.
Con la riforma del Codice della Strada a cui sta lavorando il governo Meloni aumentano i motivi di contestazione di una multa per eccesso di velocità comminata a seguito di rilevamento con autovelox.
Come promesso dal ministro dei Trasporti e delle infrastrutture, Matteo Salvini, il governo sta infatti valutando una stretta all’utilizzo dell’autovelox, obbligando gli enti locali a rispettare norme più severe rispetto a quelle attualmente in vigore.
Il che dovrebbe portare a una riduzione del numero degli apparecchi montati sulle strade italiane, nonché a maggiori possibilità di fare ricorso contro una multa afflitta dall’autovelox.
Infatti, come prima cosa, bisognerà dare giustificazione del perché si sceglie di montare l’autovelox su un tratto di strada e le ragioni possono essere sostanzialmente due: da una parte l’alta incidentalità del tratto di strada (ovviamente supportata dai dati), mentre dall’altra la difficoltà di fermare subito chi trasgredisce.
In presenza di tali condizioni si può prendere in esame la possibilità di utilizzare un autovelox a postazione fissa per il rilevamento della velocità, pur nel rispetto di determinate condizioni.
Partiamo dalle strade urbane, dove prima di valutare il montaggio dell’autovelox bisognerà considerare altri sistemi alternativi di rallentamento come possono essere i dossi. Laddove non dovesse essere possibile, allora si potranno utilizzare postazioni autovelox fisse rispettando però i seguenti vincoli:
Per quanto riguarda le strade extraurbane, invece, la distanza minima tra due dispositivi di rilevamento deve essere almeno di:
Per quanto riguarda gli autovelox mobili, invece, il rilevatore potrà essere utilizzato esclusivamente nei tratti di strada con limite di velocità non inferiore di oltre 20 km/h rispetto a quello generale per il tipo di strada, con alcune eccezioni per i tratti di strada più rischiosi. Nelle strade urbane i limiti sono gli stessi di quelli previsti per le postazioni fisse.
Un altro obiettivo, da realizzare con il via libera alla riforma del Codice della Strada, riguarda la necessità di uniformare le norme di omologazione degli apparecchi, fissando regole più severe per i controlli periodici degli apparecchi.
Norme che se non rispettate possono portare all’annullamento delle multe effettuate: come sancito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 113 del 2015, è obbligatoria la taratura periodica degli apparecchi utilizzati per l’accertamento delle violazioni del limite di velocità.
L’ultima, rilevante, novità, riguarda le multe: in caso di violazione del limite di velocità sullo stesso tratto stradale ma rilevato da più autovelox ci sarà comunque una sola sanzione (mentre fino a oggi ce ne possono essere tante quante sono le violazioni accertate). Tuttavia, in caso di ulteriore accertamento la sanzione applicata viene aumentata di un terzo.
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