Il lungo weekend che dovrebbe portare alla resa dei conti per quanto riguarda la revoca o meno della concessione ad Autostrade, da parte del Governo, comincia con un duro colpo per la società: l’amministratore delegato, Roberto Tomasi, è stato infatti iscritto a dicembre nel registro degli indagati a Genova nell’inchiesta sulle barriere antirumore sistemate su tutta la rete. Il reato contestatogli è quello di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture. Si tratta di uno dei molti filoni d’inchiesta ai quali giovedì si è aggiunto anche quello sui disagi al traffico; indagine generata da alcuni esposti, tra i quali quello del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che ha chiede i danni ad Aspi. Nel fascicolo che coinvolge Tomasi, che non avrebbe avuto un ruolo centrale nella vicenda, si ipotizza anche la violazione al contratto di concessione firmato tra Autostrade e lo Stato.
Le accuse della Procura di Genova
Come scrive Repubblica, “da responsabile della progettazione e della installazione” delle barriere antirumore lungo la rete autostradale italiana, Tomasi “aveva partecipato al Comitato Grandi Opere che aveva deliberato l’acquisto e la messa in opera delle strutture fonoassorbenti”. L’organo tecnico che valutava gli investimenti, prima che fossero sottoposti al consiglio di amministrazione per essere finanziati, aveva dato il via libera all’acquisto di una maxi partita per circa 30 milioni di pannelli antirumore da posizionare ai lati dell’autostrada che poi, secondo l’accusa, si sono dimostrati pericolosi. Nello stesso fascicolo figurano l’ex a.d. di Spea Antonino Galatà, il responsabile nazionale delle manutenzioni di Autostrade, Michele Donferri Mitelli, il responsabile verifiche tecniche di transitabilità di Spea, Marco Vezil, e il direttore Operation di Aspi, Paolo Berti. I quattro erano già indagati nel filone principale sul crollo del Ponte Morandi e su quello parallelo dei falsi report dei ponti.
La replica di Autostrade su Tomasi
“In merito ad alcune notizie di stampa riguardanti il coinvolgimento dell’Ing. Roberto Tomasi in un’indagine riguardante la conformità dell’installazione di alcune barriere assorbenti sulla rete autostradale, si evidenzia che l’a.d. ha già avuto modo di chiarire ampiamente all’Autorità giudiziaria la propria posizione”. È quanto si legge in una nota di Aspi. “Nell’incontro, che si è tenuto a gennaio presso la Procura di Genova”, chiarisce la nota, “l’Ing. Tomasi ha chiarito che la sua partecipazione al Comitato Grandi Opere di Aspi avveniva solo con la finalità di presentare alcuni progetti di potenziamento della rete di cui, al tempo, aveva diretta competenza. Di tali progetti non hanno mai fatto parte le barriere fonoassorbenti oggetto di indagine – installate su 60 km su un totale di 3.000 km della rete Aspi – rispetto alle quali Tomasi non ha mai avuto alcuna responsabilità diretta o indiretta”.