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Anche Pavia diventerà una città a 30 km/h

Il sindaco Michele Lissia, esponente del Partito Democratico, ha specificato che l’obiettivo principale di questo piano è quello di rendere la città più vivibile e sicura

Ieri, martedì 4 marzo, il comune di Pavia ha ufficialmente annunciato l’introduzione di un piano di “città 30”, un’iniziativa che prevede l’abbassamento del limite di velocità a 30 chilometri orari in un crescente numero di strade cittadine. Il sindaco Michele Lissia, esponente del Partito Democratico, ha specificato che l’obiettivo principale di questo piano è quello di rendere la città più vivibile e sicura, non solo per gli automobilisti, ma anche per i pedoni e i ciclisti, categorie che spesso si trovano a dover affrontare situazioni di rischio nelle aree urbane.

La tendenza delle città a 30 km/h in Italia e in Europa

Negli ultimi anni, diverse città italiane hanno avviato progetti simili, seguendo una tendenza già consolidata in molte grandi città europee come Berlino, Barcellona, Edimburgo, Bruxelles e Parigi. Queste città hanno dimostrato che l’introduzione di limiti di velocità più severi può portare a significativi miglioramenti nella sicurezza stradale e nella qualità della vita urbana.

Ad esempio, Bologna ha applicato il limite di 30 km/h nella maggior parte delle strade cittadine nel gennaio del 2024. Questo provvedimento ha portato a una diminuzione del 13,1% nel numero degli incidenti stradali rispetto alla media dei due anni precedenti e, per la prima volta in 33 anni, non si sono registrati decessi di pedoni nel corso del 2024.

Pavia, dunque, si inserisce in questo contesto di rinnovamento urbano, cercando di seguire le orme di città che hanno già sperimentato il successo di tali politiche. La scelta del comune pavese è sostenuta da un crescente consenso pubblico riguardo alla necessità di migliorare la sicurezza stradale e la vivibilità delle aree urbane.

Le intenzioni del sindaco di Pavia

Il sindaco Lissia ha sottolineato che l’iniziativa di Pavia non è frutto di una scelta ideologica, ma è dettata dalla volontà di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Alice Moggi, vicesindaca e assessora alla Mobilità, ha aggiunto che entro l’estate saranno approvate alcune prime “linee di indirizzo” sul progetto, con l’obiettivo di identificare le strade dove sarà imposto il limite di 30 km/h.

Un cartello che indica il limite di velocità | Photo by International Driving Authority licensed under CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/deed.en) – Newsby.it

Un aspetto importante di questo piano è la campagna di informazione che accompagnerà l’introduzione delle nuove norme, il cui scopo è quello di spiegare ai cittadini le motivazioni e i benefici del progetto. Moggi ha evidenziato un altro punto cruciale: l’intenzione di liberare i marciapiedi e le piazze dalle automobili, restituendo a questi spazi la loro funzione originale di luoghi di aggregazione sociale. Questa visione si allinea con le tendenze emergenti nelle politiche di mobilità sostenibile, che promuovono una maggiore integrazione tra i diversi mezzi di trasporto e la valorizzazione degli spazi pubblici.

Benefici attesi del piano “Città 30” a Pavia

L’adozione del limite di velocità a 30 km/h potrebbe portare a numerosi benefici, non solo in termini di sicurezza, ma anche per quanto riguarda la riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico. Studi condotti da enti come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno dimostrato che una diminuzione della velocità media del traffico può ridurre significativamente le emissioni di gas serra e migliorare la qualità dell’aria nelle aree urbane.

Inoltre, una città più “pedonale” e ciclabile può incentivare l’uso di mezzi di trasporto alternativi, contribuendo a una mobilità più sostenibile. Secondo un rapporto dell’Unione Europea, l’aumento dell’uso di biciclette e mezzi pubblici può ridurre il traffico veicolare e, conseguentemente, il rischio di incidenti stradali.

Esperienze di altre città italiane

Il caso di Bologna non è l’unico esempio di successo in Italia. Anche altre città, come Firenze e Milano, stanno adottando misure simili, implementando zone a traffico limitato e favorendo l’uso di mezzi di trasporto sostenibili. A Milano, per esempio, l’area C ha portato a una significativa riduzione del traffico e dell’inquinamento, con un incremento dell’uso della bicicletta e dei mezzi pubblici.

Questi esempi dimostrano che il passaggio a una “città 30” non è solo una questione di limiti di velocità, ma rappresenta un cambiamento culturale e strutturale nella percezione e nella gestione della mobilità urbana. La sfida per Pavia sarà quella di coinvolgere attivamente i cittadini in questo processo, garantendo che le nuove politiche riflettano le esigenze e le aspettative della comunità.

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Redazione

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