In Italia, attraverso il ponte aereo che si è concluso sabato 28 agosto, sono arrivati 5mila profughi dall’Afghanistan. Il numero, però, è destinato a crescere. Per questo motivo nel nostro Paese il Governo pensa all’attuazione di un piano che sia in grado di garantire, dopo la prima accoglienza, un percorso di integrazione ai cittadini afghani in fuga dal loro Paese dopo la presa di Kabul da parte dei talebani.
Il Governo, secondo quanto emerso, starebbe pensando di inserire i profughi provenienti dall’Afghanistan del Sai, il Sistema di accoglienza e integrazione gestito dal Viminale. Attraverso il Sai è prevista l’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale, ma anche dei minori stranieri non accompagnati. Nell’ambito del Sistema sono previsti due livelli di servizi di accoglienza. Al primo accedono i richiedenti protezione internazionale, mentre il secondo è finalizzato all’integrazione e vi possono accedere tutte le categorie previste dal Sai. Il Sistema è costituito da una rete di enti locali che realizzano progetti di accoglienza integrata. Questi, inoltre, assicurano servizi di vitto e alloggio e promuovono percorsi individuali di inserimento socio-economico.
Al momento, però, l’inserimento dei profughi Afghani nel sistema di accoglienza e integrazione potrebbe non essere così semplice. Infatti, secondo quanto emerso, i posti che i Comuni mettono a disposizione per il Sai non sono sufficienti. Quindi, potrebbe essere necessario un provvedimento urgente da parte del Governo per ampliare la strutture dove ospitare coloro che sono arrivati dall’Afghanistan.
Luigi Di Maio, ministro degli esteri, ha parlato di “fase 2”, durante la quale sarà attuato il “piano italiano per il popolo afghano”. Questo servirà anche per coordinare le iniziative di accoglienza e formazione per i giovani arrivati in Italia dall’Afghanistan.
In questo modo la gestione dei profughi afghani, fino ad ora in mano alla Difesa, sarà affidata al Viminale. Al momento coloro che sono arrivati dall’Afghanistan in Italia attraverso il ponte aereo sono stati condotti in diverse strutture individuate per la quarantena, una volta portate a termine le prime procedure sanitarie e burocratiche. Questa prima fase è gestita, come detto, dalla Difesa. Una volta conclusa la quarantena, la gestione dei profughi afghani passerà al Ministero dell’Interno, che dovrà redistribuirli sul territorio nazionale.
L’obiettivo primario, in questo momento, è garantire un inserimento effettivo e durato a tutti coloro che dall’Afghanistan sono arrivati in Italia. Per questo motivo, il Governo non ritiene adeguati i Centri di prima accoglienza e provvederà a ricorrere al Sistema di accoglienza e integrazione.
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