Gianrico Tedeschi, decano del teatro italiano, è morto nella notte del 27 luglio nella sua casa di Crabbia di Pettenasco (Novara), sul lago d’Orta. Tedeschi aveva compiuto 100 anni il 20 aprile scorso, ricevendo per l’occasione un messaggio di auguri dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nato a Milano nel 1920, Gianrico Tedeschi è stato un attore teatrale e televisivo insieme raffinato e popolare, apprezzatissimo intrattenitore negli anni dei grandi varietà e volto noto al grande pubblico anche grazie a Carosello.
Dopo il diploma parte per la guerra come ufficiale e partecipa alla campagna di Grecia. Poi arriva l’armistizio dell’8 settembre e finisce nel campo di concentramento di Sandbostel, in Bassa Sassonia, ed è lì che inizia a recitare con i compagni di prigionia: da Giovanni Guareschi a Enzo Paci. Da allora non ha più smesso. Dopo la Liberazione riesce a entrare in Accademia a Roma e nel 1947 debutta a teatro, scelto e diretto da Giorgio Strehler. Inizia così una carriera di successo, che lo vede lavorare con registi che vanno da Luchino Visconti a Luca Ronconi, alternando autori e generi compresa la rivista e la commedia musicale. Partecipa agli storici sceneggiati televisivi, diventa amato personaggio di un Carosello di dolciumi; lavora anche in radio con Raffaella Carrà e nel cinema con (tra i tanti) Bragaglia, Steno, Dessin e Rossellini.
In 70 anni di teatro ha recitato con Ruggero Ruggeri e Salvo Randone, passando per Anna Magnani, Marcello Mastroianni, Romolo Valli, ma anche Renato Rascel e Domenico Modugno, per arrivare ad avere accanto giovani come Massimo Popolizio, Sergio Rubini o Marina Massironi. Con Strehler è stato Pantalone in Arlecchino servitore di due padroni e Peachum nell’Opera da tre soldi; poi La locandiera e Tre sorelle con Visconti, i lavori di Testori con Ruth Shammah, il Bernhard del Riformatore del mondo (regia di Maccarinelli). Senza dimenticare un eccezionale Cardinale Lambertini di Testoni che ne dimostra la vitalità e curiosità di artista, e pronto a misurarsi anche col varietà e la commedia leggera, capace di cantare e muoversi danzando accanto a Delia Scala in My fair lady, di Garinei e Giovannini, o a Ornella Vanoni in Amori miei.
Nel 2000 rinnova il suo successo teatrale interpretando la malinconica pièce Le ultime lune di Furio Bordon (precedentemente affidato a Marcello Mastroianni, alla sua ultima apparizione teatrale), che porta in scena per dieci stagioni, seguito poi dall’impietoso Oldfiel in La compagnia degli uomini buoni di Bond con Ronconi, che gli vale l’ultimo premio come miglior attore dell’anno nel 2011, quando aveva 91 anni. Una delle ultime volte in cui è salito su un palcoscenico a 96 anni, a chi gli chiedeva se non gli costasse fatica, rispondeva: “Al contrario, la scena dà forza”.
Da molti anni viveva a Crabbia sul lago d’Orta, nella casa dove aveva festeggiato anche il suo centesimo compleanno, blindato a causa dell’emergenza Coronavirus, insieme alla moglie Marianella Laszlo, anche lei attrice, e alle due figlie: Sveva, che ha seguito le sue orme, ed Enrica, docente universitaria di sociologia, avuta dal primo matrimonio.
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