Un’indagine della CRUI rivela 243 segnalazioni di abusi e molestie nelle università italiane tra marzo e novembre 2024. Il fenomeno evidenzia un problema sistemico che richiede misure concrete per garantire ambienti accademici più sicuri
Negli ultimi anni, il tema della violenza di genere ha guadagnato sempre più attenzione, soprattutto all’interno delle istituzioni educative. Un’analisi condotta dalla Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI) ha rivelato una realtà preoccupante: da marzo a novembre 2024, sono stati segnalati 243 casi di abusi e molestie nelle università italiane. Questi dati, che corrispondono a una media di circa 30 segnalazioni al mese — quasi una al giorno — pongono in evidenza un problema sistemico che richiede un’analisi approfondita e azioni concrete.
L’indagine ha coinvolto 80 delle 85 università riconosciute dalla CRUI, escludendo le 14 università telematiche. Questo campione rappresenta un’ampia porzione del sistema universitario italiano, permettendo di ottenere un quadro significativo della situazione. La CRUI ha utilizzato un questionario online per raccogliere dati sulle segnalazioni di molestie e abusi, chiedendo di specificare la tipologia degli episodi, i soggetti coinvolti e i canali attraverso cui sono state presentate le denunce. Alcuni atenei hanno attivato centri antiviolenza, mentre altri hanno istituito sportelli di ascolto o servizi di consulenza psicologica.
Dallo studio emergono dati allarmanti:
Questi numeri non solo dimostrano l’esistenza di un problema di violenza di genere nelle università, ma evidenziano anche l’urgenza di creare un ambiente accogliente e sicuro per tutti gli studenti.
L’indagine della CRUI ha mappato gli strumenti di supporto disponibili nelle università per affrontare la violenza di genere. Circa il 25% degli atenei partecipanti ha istituito centri antiviolenza, prevalentemente situati nelle università del Centro Italia (55,6%). Al contrario, il Nord e il Sud d’Italia mostrano percentuali più basse, con solo il 22,2% di università dotate di centri antiviolenza. Molti atenei gestiscono le segnalazioni attraverso sportelli di ascolto (65,4%) e servizi di counselling (80,3%).
Un altro aspetto significativo è la figura del consigliere di fiducia, presente in circa la metà delle università italiane. Questa figura ha il compito di raccogliere e gestire segnalazioni di molestie o mobbing, ma la sua efficacia dipende dalla formazione e sensibilizzazione di studenti e personale accademico. La varietà dei servizi disponibili riflette una risposta eterogenea al problema, evidenziando la necessità di standardizzare e potenziare le misure di prevenzione e sostegno.
La crescente attenzione verso il fenomeno delle molestie e degli abusi nelle università italiane è un segnale positivo, ma non basta. È necessario un impegno collettivo per sviluppare politiche efficaci e creare un ambiente accogliente e sicuro. Solo attraverso il riconoscimento del problema e l’attuazione di misure concrete sarà possibile garantire a tutti gli studenti il diritto di studiare e vivere in sicurezza all’interno delle istituzioni accademiche.
Brad Sigmon ha scelto questa forma di esecuzione perché la ritiene più rapida rispetto alle…
L’IA rivoluziona il monitoraggio della qualità dell’acqua, prevedendo in tempo reale torbidità e inquinanti grazie…
L’Europa discute se usare i fondi russi congelati per sostenere l’Ucraina, dopo il blocco degli…
L’icona architettonica, situata nel cuore pulsante di Londra, festeggia un traguardo significativo: inaugurato nel marzo…
Questa misura, introdotta dal decreto Coesione, prevede un esonero dai contributi previdenziali per i datori…
Testimoni hanno documentato una “massa nera” nelle acque scozzesi. Il Loch Ness Centre ha confermato l’evento, sottolineando…