Nella serata di sabato primo febbraio i migranti arriveranno al porto di Bari, dove saranno accolti in Italia e potranno attendere la conclusione delle procedure relative alle loro richieste di asilo
La situazione dei migranti in Europa continua a essere oggetto di dibattito e controversie legali. Venerdì scorso, la Corte d’appello di Roma ha emesso una sentenza significativa riguardo ai 43 migranti detenuti in un centro per richiedenti asilo a Gjader, in Albania. La corte ha deciso di non convalidare il trattenimento di queste persone, stabilendo che non possono essere trattenuti in Albania in attesa del loro status di asilo. L’arrivo dei migranti è previsto per la serata di oggi, sabato primo febbraio, al porto di Bari, dove saranno accolti in Italia e potranno attendere la conclusione delle procedure relative alle loro richieste di asilo.
Questa decisione non è un caso isolato. Infatti, la Corte d’appello ha già preso decisioni simili riguardo a due precedenti gruppi di richiedenti asilo trasferiti in Albania nei mesi di ottobre e novembre. In entrambi i casi, i giudici avevano stabilito che il trasferimento non fosse conforme alle normative europee.
Questa volta, la Corte ha inviato nuovamente il caso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, chiedendo un chiarimento definitivo sulla questione della sicurezza dei Paesi di accoglienza. La Corte di Giustizia si esprimerà su questo argomento il 25 febbraio e la sua decisione avrà un impatto significativo sulla gestione dei migranti da parte dei vari stati membri dell’Unione Europea.
Uno dei punti chiave sollevati dalla Corte d’appello di Roma è che i paesi da cui provengono i migranti, come Bangladesh ed Egitto, non soddisfano i criteri stabiliti dalla Corte di Giustizia per essere considerati “sicuri”. La sentenza della Corte europea specifica che un paese deve essere classificato come tale su tutto il suo territorio e per tutte le persone che lo abitano. Pertanto, la Corte d’appello ha ritenuto inadeguata la politica del governo italiano di considerare l’Albania un paese sicuro per il trattenimento dei migranti.
È importante sottolineare che la sentenza della Corte d’appello non riguarda le richieste di asilo dei migranti, ma esclusivamente il loro trattenimento in Albania. Giovedì scorso, la richiesta di asilo era stata respinta separatamente, ma i migranti hanno la possibilità di presentare ricorso entro 14 giorni, il che consente a loro di rimanere in Italia nel frattempo.
Questa situazione ha sollevato un acceso dibattito politico nel paese. Il governo italiano ha espresso il proprio disappunto per quanto stabilito dai giudici, accusandoli di prendere decisioni basate su criteri politici piuttosto che giuridici. In risposta a queste sentenze, il governo ha cercato di riformare il sistema legale per il trattenimento dei migranti. Fino a dicembre, le decisioni sui trattenimenti erano di competenza dei tribunali di primo grado, ma il governo ha poi trasferito queste competenze alle Corti di appello, nella speranza di ottenere risultati più favorevoli per la propria politica migratoria.
Tuttavia, nonostante i tentativi del governo di restringere l’influenza dei tribunali specializzati in immigrazione, la Corte d’appello di Roma ha scelto di mantenere il coinvolgimento di giudici esperti in materia, per garantire che le decisioni siano in linea con le normative europee. Questo ha portato a una serie di tensioni tra il governo e il sistema giudiziario, con il risultato di un clima di conflitto che potrebbe avere ripercussioni più ampie sulle politiche migratorie italiane.
La nave Cassiopea della marina militare italiana ha trasportato i migranti in Albania, inizialmente 49, ma sei di loro sono stati riportati in Italia perché non soddisfacevano i requisiti per la detenzione in Albania. Durante le procedure di identificazione e di esami medici effettuati nell’hotspot di Shengjin, quattro di loro sono risultati minorenni e due adulti sono stati classificati come “vulnerabili”. Questa distinzione è cruciale, poiché solo gli uomini adulti, non vulnerabili e provenienti da Paesi considerati sicuri possono essere trasferiti nei centri in Albania.
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