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Il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha deposto, insieme con il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, una corona per commemorare i Partigiani che hanno contribuito a liberare Roma e il Paese dal regime nazifascista, in occasione delle celebrazioni per il 25 aprile. “La Costituzione e la Liberazione sono state l’incontro tra punti di vista differenti. L’unità contro il nazifascismo, questa è stato il valore della fase della liberazione. Oggi difendere la democrazia vuol dire creare lavoro. Come diceva Calamandrei: bisogna dare lavoro a tutti“, ha dichiarato il governatore del Lazio.
E ancora: “Noi dobbiamo continuare nel solco della lotta di liberazione, nell’unità e pensando alle persone“, ha continuato. Un momento particolare dove ha avuto modo di rispondere anche alla domanda sulla vittoria di Macron di ieri: “Con Macron e la Germania, l’Italia deve essere protagonista di un’Europa più giusta. Benissimo il risultato di ieri“.
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Presente alla commemorazione anche il primo cittadino della Capitale, Roberto Gualtieri. “Oggi è una giornata fondamentale per la nostra democrazia e per i valori di libertà. Noi la festeggiamo sempre e quest’anno la festeggeremo con l’Ucraina nel cuore a cui mandiamo la nostra solidarietà. La Resistenza ha visto il coraggio di tante persone che hanno voluto essere protagoniste della rinascita dell’Italia“, ha dichiarato il Sindaco. “Roma è stata protagonista della Resistenza e la forza morale dei resistenti ha fatto si che il Paese si schierasse per la libertà“, ha continuato.
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Anche la comunità e la Brigata ebraica hanno deposto una corona a Porta San Paolo, sotto le targhe che ricordano i partigiani caduti per la libertà del Paese. Un momento accompagnato dalla lettura dei nomi dei partigiani ebrei che hanno persona la vita per liberare l’Italia e dalle note dell’Inno Nazionale. “La comunità ebraica è presente perché è la festa degli italiani e per ricordare tutti i partigiani, anche ebrei. Un modo per ridare senso e significato alla parola libertà e Liberazione“, ha dichiarato la Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, a margine della deposizione della corona in Porta San Paolo. “Se è arrivata la lettera di Pagliarulo per riavvicinarci? Oggi lasciamo da parte quello che è stato, parliamo di oggi e della Liberazione“, ha continuato.
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E sempre a Porta San Paolo si è conclusa la manifestazione organizzata dall’Anpi per la festa della Liberazione, partita da Largo Bompiani, nel quartiere di Tor Marancia. Un corteo pacifico e colorato che ha visto i manifestanti uniti da un unico canto: Bella Ciao. Studenti, ex partigiani, uomini e donne hanno aderito al richiamo dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani. Presenti all’evento anche i sostenitori delle fazioni più estreme, che hanno una posizione di contrasto contro la Nato. “Siamo qui per ricordare i valori della libertà e della resistenza“, ha spiegato lo studente Leonardo. Al corteo anche un uomo con un cartello contro Mattarella: “Non è vilipendio, in un paese democratico si può criticare il Capo dello Stato“.
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Al corteo romano numerosi gli striscioni contro la Nato e le bandiere della Palestina, un fatto che va contro al “buon senso” di cui aveva parlato il presidente dell’Anpi Nazionale, Pagliarulo, nell’ultima conferenza stampa. A sventolarle sono uomini e donne appartenenti alle fazioni politiche più estremiste, che non hanno voluto disertare il corteo. “La bandiera della Palestina c’è sempre stata al corteo. I palestinesi sono i veri Partigiani e non il battaglione Azov“, dice una manifestante. “Noi siamo per la pace ma Zelensky è una persona manovrata dalla Nato perché vuole conquistare tutta l’Ucraina a discapito dei civili“, ha rimarcato un uomo.
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L’ultimo intervento dal palco per la Festa della Liberazione a Roma è stato quello della Partigiana Iole Mancini. Un momento toccante per tutti i presenti che hanno accompagnato le parole della donna con applausi e cori. “Sono felice di essere qua perché alla mia età non è semplice ma ho voluto esserci. Per fortuna la mente mi assiste ancora. Ricordo ancora tutto con tanto dolore e ricordo i compagni che ci hanno lasciato per la libertà. Oggi i giovani, forse, non si rendono conto che vivono in un paese libero e che sono liberi di esprimersi, parlare e passeggiare, per noi non era così perché eravamo sotto la dittatura fascista. La Resistenza ci ha lasciato una cosa bellissima: il voto alle donne“, ha detto. Subito dopo l’intervento la Partigiana ha cantato Bella Ciao con i tanti rimasti lì ad ascoltarla.
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