Negli Usa ci sarà una condanna a morte per fucilazione a 15 anni di distanza dall’ultima

Brad Sigmon ha scelto questa forma di esecuzione perché la ritiene più rapida rispetto alle alternative disponibili in Carolina del Sud (sedia elettrica e iniezione letale)

Un plotone di esecuzione austriaco e dei prigionieri serbi condannati a morte per fucilazione
Un plotone di esecuzione austriaco e dei prigionieri serbi | Photo by UNDERWOOD & UNDERWOOD – Newsby.it

“Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio”. Queste sono le prime righe del romanzo “Cent’anni di solitudine” dello scrittore colombiano Gabriel García Márquez e basta leggerle per essere trasportati in un mondo occidentale ben distante da quello moderno, dove uccidere un uomo a colpi di fucile è ancora considerato normale. In realtà l’incipit del libro (uno dei più celebri nell’intera storia della letteratura) è più attuale di quel che si potrebbe pensare, perché venerdì 7 marzo 2025 negli Stati Uniti ci sarà una esecuzione a morte per fucilazione. E, a differenza di quel che si potrebbe pensare, non è passato un secolo dall’ultima, bensì appena 15 anni.

Il caso di Brad Sigmon

Sarà Brad Sigmon il condannato a morte che affronterà la fucilazione, la prima nella storia della Carolina del Sud. L’uomo, 67enne, ha ucciso in modo cruento i genitori della sua ex fidanzata nel 2001 e poi ha tentato di togliere la vita anche a lei. È stato lui stesso a scegliere la fucilazione al posto delle alternative disponibili (ossia l’iniezione letale e la sedia elettrica), perché la ritiene più rapida. Come ricordato dal suo legale, Gerald King, nel recente passato due esecuzioni con l’iniezione letale non sono andate come previsto e ciò ha portato a una morte lenta per due detenuti: Richard B. Moore e Marion Bowman Jr.

Venerdì 7 marzo Sigmon, che avrà un segno ben visibile all’altezza del cuore, verrà incappucciato e legato a una sedia. A 4 metri e mezzo di distanza, tre volontari scelti tra i dipendenti del Department of Corrections (l’organo statale che gestisce i detenuti condannati) avranno il compito di sparagli con dei fucili.

La storia della fucilazione negli Stati Uniti

La fucilazione ha una storia che risale al 1608, quando avvenne la prima esecuzione documentata a Jamestown, in Virginia. Da allora, almeno 144 prigionieri sono stati giustiziati per fucilazione negli Stati Uniti, la maggior parte dei quali in Utah. Tuttavia, solo tre esecuzioni sono state effettuate dal 1977, anno in cui la pena capitale è stata ripristinata. Questo metodo è stato utilizzato storicamente non solo come punizione per omicidio, ma anche per mantenere la disciplina militare durante periodi di conflitto, come la Guerra Civile Americana.

Durante questo periodo, le esecuzioni per fucilazione venivano utilizzate per creare un forte impatto visivo e psicologico sui soldati, fungendo da deterrente per atti di diserzione. Mark Smith, professore di storia presso l’Università della Carolina del Sud, ha sottolineato come questi eventi fossero progettati per scioccare e mantenere la disciplina tra le truppe.

L’evoluzione dei metodi di esecuzione

Nel corso degli anni, la fucilazione ha subito una trasformazione nella sua percezione e applicazione. Fino al XIX secolo, era una delle punizioni più comuni, insieme all’impiccagione e alla decapitazione. Con il passare del tempo, tuttavia, la società ha iniziato a considerarla un metodo barbaro, portando alla sua sostituzione con l’iniezione letale, vista come un’alternativa più umana.

Tuttavia, l’iniezione letale ha presentato problemi e controversie, inclusi fallimenti che hanno portato a sofferenze prolungate per i condannati. Secondo il Death Penalty Information Center, gli stati hanno trovato difficoltà a ottenere i farmaci necessari, portando alcuni legislatori a rivalutare metodi tradizionali come la fucilazione.

Legislazione attuale e opinioni

Attualmente, cinque stati americani — Idaho, Mississippi, Oklahoma, Carolina del Sud e Utah — autorizzano l’uso di plotoni di esecuzione in determinate circostanze. Questa tendenza ha spinto esperti e giuristi a riconsiderare l’efficacia e l’umanità della fucilazione rispetto ad altri metodi. Deborah Denno, criminologa della Fordham School of Law, ha osservato che la fucilazione ha dimostrato di essere rara nelle esecuzioni mal gestite.

Denno ha sostenuto che, con il giusto addestramento e controllo, la fucilazione potrebbe rappresentare un metodo di esecuzione relativamente indolore, citando che solo due esecuzioni di questo tipo sono state mal eseguite nella storia recente. Inoltre, il giudice della Corte Suprema Sonia Sotomayor ha espresso opinioni simili, suggerendo che la fucilazione potrebbe essere vista come un metodo più meno doloroso rispetto all’iniezione letale.

Aspetti etici e morali della fucilazione

La questione della pena di morte, e in particolare della fucilazione, solleva interrogativi etici. Le opinioni sono divise: alcuni sostengono che la fucilazione rappresenti una forma di giustizia necessaria in risposta ai crimini più gravi, mentre altri la considerano una violazione dei diritti umani fondamentali. Il dibattito si intensifica ulteriormente quando si considerano le circostanze specifiche di ogni caso, come nel caso di Sigmon, dove la scelta del metodo di esecuzione è stata influenzata dalla percezione di altri metodi come più dolorosi.

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