L’Europa valuta se usare i fondi russi congelati per sostenere l’Ucraina

L’Europa discute se usare i fondi russi congelati per sostenere l’Ucraina, dopo il blocco degli aiuti USA tra rischi legali e geopolitici

Negli ultimi giorni, l’Europa ha avviato un intenso dibattito sulla possibilità di utilizzare i fondi russi congelati a causa delle sanzioni internazionali per sostenere l’Ucraina in un momento cruciale del conflitto. Con il recente blocco degli aiuti economici e militari da parte degli Stati Uniti, la situazione si è complicata ulteriormente, spingendo vari leader europei a riconsiderare l’uso di questi beni congelati.

La questione dei fondi russi congelati ha origine dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio del 2022. In risposta all’aggressione russa, i paesi del G7 hanno adottato misure di congelamento su tutti i beni finanziari della Banca centrale russa detenuti in Occidente. Si stima che tra i 300 e i 350 miliardi di dollari siano stati congelati, con circa 200 miliardi di questi nella sola Europa. La maggior parte, pari a 191 miliardi, è attualmente sotto la custodia di Euroclear, una società finanziaria belga.

La posizione dell’Europa sui fondi russi

Inizialmente, la discussione su come utilizzare queste ingenti somme è stata accesa, ma per oltre due anni i fondi sono rimasti inaccessibili. Alcuni paesi, in particolare quelli dell’Europa orientale come la Polonia e i paesi baltici, hanno spinto per espropriare i beni russi congelati per trasferirli direttamente all’Ucraina. Tuttavia, paesi più influenti come Francia, Germania e Italia hanno mantenuto una posizione più cauta, temendo che una simile decisione potesse risultare illegale e minacciare la reputazione finanziaria dell’Unione Europea.

Le preoccupazioni principali includevano:
1. Il rischio di compromettere le relazioni economiche con altre potenze, in particolare la Cina.
2. La possibilità di azioni unilaterali che potessero minare la stabilità finanziaria dell’Unione Europea.

L’Europa valuta se usare i fondi russi congelati per sostenere l’Ucraina
L’Europa valuta se usare i fondi russi congelati per sostenere l’Ucraina – ANSA – Newsby.it

 

Nel 2024, dopo lunghe trattative, si è giunti a un compromesso: l’Europa avrebbe utilizzato solo i profitti generati da questi beni congelati, evitando di toccare il capitale originale. Questi profitti, che derivano in gran parte da titoli di stato, hanno fornito alcune decine di miliardi di euro per sostenere l’economia ucraina e il suo sforzo bellico.

Fino a poco tempo fa, questo compromesso era considerato l’opzione migliore dalla maggior parte della classe dirigente europea. Tuttavia, la recente sospensione degli aiuti americani ha radicalmente cambiato il contesto. L’incontro tra l’ex presidente Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rivelato un’inaspettata tensione nelle relazioni tra Stati Uniti e Ucraina, portando i leader europei a riconsiderare la loro strategia.

Martedì scorso, il ministro francese per l’Europa, Benjamin Haddad, ha dichiarato che la Francia è pronta a considerare l’utilizzo dei beni russi congelati in modo più ampio. Anche il futuro cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha espresso interesse per questa possibilità. Il primo ministro britannico, Keir Starmer, ha affermato che Regno Unito e vari paesi europei stanno valutando le opzioni per utilizzare i beni russi per sostenere l’Ucraina.

Nonostante questa nuova apertura, esistono ancora divergenze significative tra i diversi paesi europei. Le nazioni nordiche, i paesi baltici e la Polonia sono favorevoli a un esproprio diretto dei beni russi congelati per destinarli all’Ucraina. Al contrario, la Francia propone un approccio più cauto, suggerendo di utilizzare i beni russi come garanzia per nuovi prestiti all’Ucraina.

Queste discussioni pongono interrogativi più ampi sulla sicurezza e sull’economia europea. Una possibile decisione di utilizzare i fondi congelati potrebbe avere ripercussioni significative non solo sul conflitto in Ucraina, ma anche sulle relazioni economiche future tra l’Europa e la Russia, e sulla stabilità finanziaria dell’Unione Europea nel suo complesso.

In questo contesto di crescente incertezza, l’Europa si trova di fronte a una sfida cruciale: trovare un equilibrio tra il sostegno all’Ucraina e la salvaguardia della propria integrità legale e finanziaria. La decisione su come gestire i fondi russi congelati rappresenta una questione complessa, che richiede una riflessione approfondita e una strategia ben definita, in grado di rispondere alle urgenti necessità dell’Ucraina senza compromettere le basi su cui si fonda l’Unione Europea.

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