Quali potrebbero essere i settori italiani più colpiti dai dazi di Trump?

Secondo dichiarazioni ufficiali e prime stime, le ricadute dei dazi potrebbero essere significative, sia in termini di export che di occupazione

La recente decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di applicare nuovi dazi su prodotti importati da paesi come Canada, Messico e Cina ha sollevato un’ondata di preoccupazioni in Europa. Con il rischio imminente che l’Unione europea possa essere coinvolta in questa guerra commerciale, è fondamentale analizzare quali settori dell’economia italiana potrebbero subire le conseguenze più gravi. Secondo dichiarazioni ufficiali e prime stime, le ricadute potrebbero essere significative, sia in termini di export che di occupazione.

I dazi di Trump e il Made in Italy

Trump ha dichiarato che le sue politiche commerciali sono mirate a “rendere l’America di nuovo grande”, ma questa strategia potrebbe avere effetti collaterali devastanti per molte economie europee, inclusa quella Italiana. L’Unione europea ha già espresso la propria volontà di rispondere a eventuali misure protezionistiche, ma il dibattito su come farlo è ancora in corso. La situazione è ulteriormente complicata dall’incertezza riguardo alle specifiche misure che Trump potrebbe adottare contro i singoli Stati membri dell’UE.

Secondo le stime di Prometeia, l’Italia potrebbe affrontare perdite comprese tra i 4 e i 7 miliardi di dollari all’anno a causa di dazi del 10%. Se si considerano anche i dazi già esistenti sul Made in Italy, il totale potrebbe oscillare tra i 6 e i 9 miliardi. Tuttavia, altre proiezioni indicano che i costi potrebbero superare i 10 miliardi annui, un importo che potrebbe avere effetti devastanti su vari settori economici.

Settori a rischio: moda, auto e agroalimentare

Uno dei settori più vulnerabili è senza dubbio quello della moda. L’Italia è famosa in tutto il mondo per i suoi marchi di alta moda e per la qualità dei suoi prodotti. L’export di moda italiana verso gli Stati Uniti ammonta a diversi miliardi di euro, e un aumento delle tariffe potrebbe tradursi in un calo della domanda, con conseguenti perdite per le aziende locali. Marchi noti come Gucci, Prada e Armani potrebbero vedere i loro profitti ridotti, e le piccole imprese artigiane, che spesso sono il cuore pulsante del settore, potrebbero trovarsi in una posizione ancora più precaria.

La vetrina del negozio di Gucci in via Montenapoleone a Milano
La vetrina del negozio di Gucci in via Montenapoleone a Milano | ANSA/DANIEL DAL ZENNARO – Newsby.it

Anche il settore automobilistico potrebbe subire un duro colpo. L’Italia è uno dei principali produttori di automobili in Europa, e molte case automobilistiche italiane, come Fiat, Maserati e Lamborghini, esportano una grande quantità di veicoli negli Stati Uniti. Dazi elevati sui veicoli italiani potrebbero rendere i prodotti meno competitivi sul mercato americano, portando a una riduzione delle vendite e, potenzialmente, a licenziamenti nel settore.

Un altro settore che potrebbe essere gravemente colpito è quello agroalimentare. L’Italia è conosciuta per la qualità dei suoi prodotti alimentari, tra cui vino, olio d’oliva, formaggi e pasta. Già soggetti a tariffe elevate, i prodotti alimentari italiani potrebbero affrontare ulteriori oneri, rendendoli meno attraenti per i consumatori americani. Questo potrebbe portare a una diminuzione delle esportazioni, con effetti a catena sulle aziende agricole italiane e sulle piccole imprese che dipendono da una clientela internazionale.

L’impatto dei sulle altre industrie e sull’occupazione

Oltre ai settori menzionati, ci sono altri ambiti che potrebbero risentire dei dazi. L’industria meccanica e quella farmaceutica sono entrambe fortemente esposte al mercato statunitense e potrebbero affrontare sfide simili. Queste industrie sono vitali per l’economia italiana e una diminuzione delle esportazioni potrebbe avere un impatto diretto sull’occupazione, con la possibilità di perdite di posti di lavoro significative.

Inoltre, le piccole e medie imprese (PMI), che costituiscono il tessuto economico dell’Italia, potrebbero essere particolarmente vulnerabili. Molte di queste aziende non dispongono delle risorse necessarie per affrontare un aumento dei costi o per diversificare i mercati di esportazione. La loro dipendenza dal mercato statunitense potrebbe costringerle a chiudere o a ridurre drasticamente la produzione.

Per approfondire: Presto i dazi di Trump arriveranno anche in Ue. L’impatto sulla borsa

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