La vicenda che ha portato alla denuncia presentata da Li Gotti riguarda il rimpatrio del generale libico Almasri, contro il quale la Corte Penale Internazionale ha spiccato un mandato di cattura. Secondo l’avvocato, il governo italiano avrebbe gestito la situazione in maniera opaca, fornendo informazioni fuorvianti e prendendo in giro i cittadini
Luigi Li Gotti è un avvocato penalista con una lunga carriera nella difesa di pentiti di mafia e un passato politico significativo. Il suo nome è recentemente tornato alla ribalta per aver presentato l’esposto che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati della premier Giorgia Meloni, del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Le accuse ipotizzate riguardano i reati di favoreggiamento e peculato in relazione al rimpatrio del generale libico Almasri.
Una carriera da avvocato tra mafia e giustizia
Nato a Mesoraca, in provincia di Crotone, 77 anni fa, Li Gotti si è trasferito a Roma negli anni Settanta, dove ha conseguito la laurea in Giurisprudenza e ha iniziato la sua carriera da penalista. Si è distinto nella difesa di alcuni dei più noti pentiti di mafia, tra cui Giovanni Brusca, Tommaso Buscetta e Gaspare Mutolo. Il suo impegno nel sistema giudiziario è stato variegato e complesso: è stato avvocato di parte civile nel processo per la strage di Piazza Fontana, ha assistito la famiglia del commissario Luigi Calabresi e ha partecipato ai processi per la strage di Capaci, via D’Amelio e i fatti della scuola Diaz di Genova.
Da sempre sostenitore della necessità di proteggere i collaboratori di giustizia, Li Gotti ha più volte sottolineato il loro ruolo fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata. Più recentemente, ha rappresentato i familiari delle vittime del naufragio di Cutro, dimostrando ancora una volta il suo impegno per le cause di grande impatto sociale.
Un passato politico tra destra e sinistra
Oltre alla carriera legale, Li Gotti ha avuto una lunga esperienza politica. Ha iniziato la sua militanza negli anni Sessanta nelle organizzazioni giovanili del Movimento Sociale Italiano (MSI) a Crotone, venendo eletto consigliere comunale. Negli anni seguenti, ha continuato la sua attività politica nelle file di Alleanza Nazionale, partito nel quale è rimasto fino al 1998, quando ha deciso di abbandonare la destra.
Nel 2002 ha aderito all’Italia dei Valori (IdV), diventando responsabile del dipartimento Giustizia del partito fondato da Antonio Di Pietro. Dal 2006 al 2008 ha ricoperto il ruolo di sottosegretario alla Giustizia nel secondo governo Prodi e successivamente, nel 2008, è stato eletto senatore per l’IdV nella circoscrizione Emilia-Romagna, rimanendo in carica fino al 2013.
Nonostante il suo passato nelle file della destra, Li Gotti si definisce oggi vicino al Partito Democratico. Tuttavia, ha tenuto a precisare che la denuncia contro il governo Meloni non è stata motivata da ragioni politiche, bensì dalla volontà di fare chiarezza su una vicenda che, a suo dire, presentava numerose contraddizioni e omissioni da parte dell’esecutivo.
Il caso Almasri e la denuncia contro il governo
La vicenda che ha portato alla denuncia presentata da Li Gotti riguarda il rimpatrio del generale libico Almasri, contro il quale la Corte Penale Internazionale ha spiccato un mandato di cattura. Secondo l’avvocato, il governo italiano avrebbe gestito la situazione in maniera opaca, fornendo informazioni fuorvianti e prendendo in giro i cittadini. Li Gotti ha sottolineato che, se l’esecutivo avesse voluto mantenere riservata la vicenda, avrebbe potuto opporre il segreto di Stato, evitando di fornire spiegazioni contraddittorie.
La denuncia ha avuto un effetto dirompente sulla scena politica italiana, portando Meloni a commentare pubblicamente l’accaduto con un video in cui ha dichiarato di non essere “ricattabile”. Li Gotti ha ironizzato su questa affermazione, sottolineando come la sua denuncia sia frutto di un’analisi giuridica e non di un attacco personale o politico.
Da giovane attivista missino a senatore dell’IdV, da avvocato dei pentiti di mafia a primo accusatore del governo sul caso Almasri, il percorso di Li Gotti è segnato da scelte controcorrente e da un forte senso di giustizia.